Scritto da © Nievdinessuno - Gio, 24/04/2014 - 15:21
Per gioco, berremo l'ultima bottiglia di vino economico,
incroceremo le dita delle mani
per formare una croce storpia,
si innalzerà
tra le ultime lacrime, ne formerà la voce
e poi....
Le lenzuola sanno ancora di te,
il cuscino è macchiato di quel nero
grumoso colore,
e la foto è ancora appesa
oltre la sagoma di quel muro,
la accoglie sua
tramite il volere degli occhi
e poi la dipinge sull'addome
quasi a volerne imitare la bellezza.
Ed il fiore è dove l'hai lasciato
con l'incostante premura
di appartenerti.
Qui, adesso, la povertà di un cuore
cerca la ricchezza della tua mano,
eppure, non c'è, qualcosa di simile
che mi cerchi altrove.
Non ci sono numeri primi,
solo quel sei, ritorna in mente
tutti i mesi di tutte le stagioni.
E' quel SEI che ti ricorderai,
la nostra primavera invincibile.
Abbassiamo lo sguardo insieme, adesso,
verso le rose e verso i girasoli,
verso i baci e le carezze, e gli sguardi,
e quella terra impareggiabile
conosciuta per quella religione in petto,
e verso per verso, svaniremo
come la prima volta in qualcosa,
qualcosa che sa di Noi.
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