Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 04/02/2017 - 10:40
Il tempo pende
da un'esistenza percorsa
al timore di un alfabeto
che cede, uguale
misura
a un tremolio
colpevole nell'anca,
e nelle orbite
scorre una rissa
tra i primi dolori.
La loro metafora
è fedele
a una vita trascorsa
su una vecchia foto
ingiallita.
Il silenzio
è a un passo
dissolto
nell'infanzia
di un fraintendimento
che allenta la percussione
sulle guance.
Credere
affossa nel viso,
basta aprire lo sguardo
alle trame assolte
che la mente procura.
Trovare corrispondenza
equivale
a disporre un balzo
oltre le labbra,
affinché la voce
sia parabola
di un duplice essere.
»
- Blog di Nievdinessuno
- 928 letture