Scritto da © Alessandro Moschini - Sab, 07/04/2012 - 13:05
Spara sulla croce rossa
la notte
discesa letale
sugli occhi e la bocca
come rubinetto aperto
di una camera a gas.
Spara
e cancella il riparo
mentre all'angolo
un pugno mi chiude
stringendomi il collo.
La risposta
è sugli occhi e la bocca
che arriva veloce
come suono impazzito
a chi è solito attendere.
Sotto tenda
e negli angoli bui
con un piede sul cranio
e la bocca ripiena di terra
restare inerme non so.
Preferisco morire di stenti
col dolore che attraversa i circuiti
dove sensi e sensori risiedono
fino a non sentire più nulla
ma vendendo cara la pelle
prima che sia troppo tardi
e come canoa
alla fine della cascata
finire dentro al tritello.
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