Scritto da © Franco Pucci - Mer, 27/04/2011 - 14:02
Ora stringo tra le mani emozionate la sfera di cristallo
e inseguo rapito i riflessi colorati che le nostre immagini,
ologrammi tridimensionali, creano sul bianco del muro.
[l’ironica danza dei colori propone ricordi lontani, solari,
lampi di luce i tuoi occhi mutevoli e cangianti nell’amore]
Senza musica alcuna danziamo l’eterna Giava della vita,
il tuo passo esperto mi lascia come sempre senza parole
e le tue impronte segnano orme indelebili sul mio cuore.
[se sorridi, alzo lo sguardo e leggo l’amore sulle tue labbra
ma il movimento scomposto cambia la scena, ora nevica]
Non imparerò mai la Giava.
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