I vertici delle promesse a vuoto
i paesi abbandonati al vento
e le matasse di amori accumulati.
A cosa servonO?
A cosa servono se da un momento all'altro
puoi perdere tutto e persino te stesso?
Siamo tutti bravi e belli, siete e sarete
ma le aspettative sorridono con malizia
quando annegano nell'indifferenza.
Cadono in prescrizione.
O forse i fatti non sussistono.
Butto la luna di sotto alle scale
dimentico le stelle, il senso della scrittura
e il salto nel vuoto
beve l'ultimo suono sordo di un cardellino
appena schiacciato. Al pensiero che non canterà mai più
divento universo e tocco l'immenso.
Il buio e la luce. La lotta e la pace.
Come la percezione delle nuvole sulla pelle
o i brividi che fai salire mentre scendi
e ti addentri nella selva delle mie parole
mi danno il paradiso negli occhi
e l'inferno nel ventre.
Voglio tutto desiderando niente.
Non essere un istante
per vivere una vita
o per sentirmi soltanto
una ghianda del bosco.
Giocavo sporco, con le mani nell'erba
e i piedi nudi piantati al suolo.
Il fango passava tra le fessure delle dita
mentre affondavo, volevo portarti un sorriso
che non perderai con l'usura degli anni
se riuscirai ad assorbirlo pulito dal resto
semplice, senz'azzimarlo sotto le stesse presse
che filano con le gambe in spalla
e si frenano nei polsi, in differita
sulle casse d'argento
che scoccano il tempo perso.
- Blog di Scintilla Elis
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