Scritto da © Falug - Lun, 30/07/2012 - 09:02
Non c’è più
la fresca ombra protettiva
del grande e saggio albero
abbattuto.
Ora tocca a me rinforzare
le penetranti radici,
stendere verso il cielo
i robusti rami e
farvi scorrere fresca linfa vitale,
che dia vigore ad innumerevoli foglie
e ad una rigogliosa chioma.
Sarà la mia ombra a riparare
dai raggi troppo ardenti i giovani
arbusti e gli esili tronchi
che mi sono più vicini.
Mi nutrirò
della sapida memoria della sua vita,
dei racconti che già mi mormora
il vento che ben lo conobbe e
che il fogliame diffonde
di albero in albero.
La pioggia mi accarezzerà
sussurrando il suo nome e
ricordando come fosse accogliente
la sua fronda.
E tutta la vita alata e strisciante
che aveva trovato riparo
presso di lui
si aggrapperà alle scaglie
della mia corteccia e
troverà, tra i miei frutti
e fra le foglie,
l’asilo che temeva d’aver
perduto.
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