Scritto da © Franca Figliolini - Mar, 31/08/2010 - 16:22
«. . . Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l'arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. . .»
Paradiso XVII: 55-60
Vorrei dire la mia sulla questione della politica di espulsione dei Rom portata avanti dalla Francia. Il problema è che, dato che si tratta di cittadini comunitari, i cattivi incasseranno l'assegno previsto per il rimpatrio, andranno a trovare amici e parenti, dopodiché risaliranno su aereo o un treno o un camper e torneranno laddove vorranno tornare. Quindi, bisogna pensare a qualcosa di più definitivo. Niente di drammatico, eh, ché siamo tutti civilizzati. Io proporrei l'esilio.
L'esilio dall'Unione europea, intendo. Li buttiamo fuori, ma proprio fuori. Peraltro, una norma sull'esilio avrebbe il vantaggio di poter essere utilizzata anche per i delinquenti di qualsiasi stato membro, visto che l'Unione europea vieta discriminazioni di ogni tipo (certo, spesso chiude un occhio, ma vietate, sono vietate).
L'esilio ha fatto parte della grande tradizione europea, anche di quella giudaico-cristiana, per secoli, ed è stato improvvidamente abbandonato
L'unico problema è dove mandarli. Non essendoci più le colonie, mannaggia, come facciamo? Beh, resta l'ipotesi esilio interno, o confino, in una qualche isola sperduta e bruttarella, lontana da qualsiasi rotta commerciale o turistica. Ne esisteranno pure nell'Unione europea.
Li portiamo lì, e ce li lasciamo. E chiss'è visto s'è visto.
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