Scritto da © melarea - Gio, 12/09/2013 - 22:31
Rigiro questa notte tra due dita, mentre mi pieghi al giogo
e respiro di te quelle tinte di scempio
che disegni persuaso d’illimitato nascere
Dischiudo le tue mani che trattengono un piego di trascorsi
Rigiro questa notte tra due dita, mentre mi pieghi al giogo
e respiro di te quelle tinte di scempio
che disegni persuaso d’illimitato nascere
Dischiudo le tue mani che trattengono un piego di trascorsi
- Mi sai qualunque falla, eppure li travasi nel mio libro -
Mi pretendi non flessa su me stessa, nell’atto di baciare quei marosi
Vuoi raccontarmi il vento ed io t’ascolto
Puoi prenderti i miei occhi ed intascarli
Sei rancore e perdono a breve lasso
sei carezza sugli omeri di una schiena griffata da più fitte
- che un imprudente labbro ancora tace -
Sei luce che non teme questa sfacciata luna
tra i grigi di filari già vendemmiati e scarni
- ma d’ombra non si vede alcuna traccia, nelle steppe del cuore -
Echi di avemaria ventilano da una pieve non lontana
finché baratto un pasto troppo lauto con un sorso di te
che sai di fieno in selva e mosto mai pigiato
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