Sono prossima ai cinquanta e sola. | Prosa e racconti | Max | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Sono prossima ai cinquanta e sola.

 
Le sorprese sono improvvise. Non puoi pensare che qualcosa fissa nella mente si realizzi a comando, e anche se ho provato, non ci sono mai riuscita. Avrei voluto diventare modella perchè le amiche mi spronavano per la mia altezza e la mia non inosservata bellezza. Mia madre mi lodava, senza che io ne facessi una costante della mia vita e mi ripeteva di finire gli studi al liceo per frequentare l'università. Non ho ascoltato il cuore che mi suggeriva di diventare qualcuno e mi sono laureata in Storia e Filosofia. Ero una studentessa modello, ma non divenni una modella. Ho ancora il corpo di una giovane donna che gli anni non hanno cambiato e, a volte, vorrei qualche ruga e qualche smagliatura pur di essere stata una ragazza felice. Non mi sono sposata per ripicca con mia madre che voleva per me Ferruccio Galimberti, mio amico d'infanzia che ha sempre sofferto d'amore per me. Povero Ferruccio dal viso d'eterno ragazzo, pronto a seguirmi ovunque e a difendermi dai maschi che mi facevano complimenti pesanti. Le ha pure prese  a causa mia, dovendo nascondere i graffi per non essere rimproverato dal padre, un uomo molto severo. Ferruccio non si è arreso all'idea di non avermi, ma è rimasto sconfitto come mia madre che lo ha confortato, dandomi della stolta e dell'irresponsabile. Come potevo rinunciare a quel giovane d'oro, di buona famiglia e benestante che non mi avrebbe mai fatto mancare nulla? Da quando morì mio padre per infarto la mia vita cambiò, anche se i sacrifici della mamma mi permisero di laurearmi. Ero orgogliosa e testarda, avrei potuto essere come la Schiffer e fare della mia vita un sogno ad occhi aperti, viaggiare e indossare abiti di alta sartoria. Invece mi sono rifugiata nell'insegnamento a contatto con giovani liceali che ho plasmato senza mai plagiarli. Confesso che le ragazze erano le mie preferite, soprattutto, se erano alte e belle. Quando mi confidavano i loro progetti, le confortavo e suggerivo di realizzare i loro sogni, senza arrendersi. Se poi qualcuna voleva fare la mannequin, l'appoggiavo anche a costo di mettermi in urto con i genitori. Ne è passato del tempo e ho smesso di sognare
Sono prossima ai cinquanta e sola. Non mi pento di avere rifiutato tante proposte, di avere di proposito fatto sperare uomini galanti, anche sposati, e di aver soddisfatto la mia sciocca presunzione. Mia madre non mi dice più di sposarmi ed è chiusa in un mondo tutto suo, dove la memoria va avanti e indietro logorandosi ogni giorno. Le sorprese le faccio io a lei, portandola a spasso nel viale sotto casa, offrendole i cioccolatini che adora, accompagnandola a teatro dove si addormenta sempre. Il destino però si è burlato di me facendomi una sorpresa. Non avrei mai immaginato di rivedere Ferruccio. Si è presentato alla porta del mio appartamento con un mazzo di rose rosse, le mie preferite, e mi ha stretta fra le sue braccia, forti e nodose. Ho pensato in quel momento che non fosse più il timido ragazzo magro dai ginocchi puntuti che strappavano spesso i pantaloni.
Mi ha pure baciato sulle labbra, prendendomi alla sprovvista, incapace di reagire e di allontanarlo da me. Gli occhi parlavano per lui e si scusavano del lungo silenzio di quegli anni. Mi accarezzava i capelli e continuava a baciarmi, io intenta ad assaporare quelle labbra che avevo dimenticato da quando per una sola volta mi aveva frettolosamente e goffamente baciato. Allora è stato che ho iniziato a piangere e a provare rimorso per le mie sconfitte, per la mia solitudine, per l'amore che mi ero negata. Sembrava che ci fossimo visti da sempre e che il tempo non fosse trascorso, ma eravamo rimasti su due binari paralleli che corrono senza mai incontrarsi.
Adoro le sorprese che Ferruccio mi fa, ricucendo gli strappi della lontananza, dimostrandomi che l'amore è come la lava di un vulcano che non dorme sempre.

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