Scritto da © Max - Sab, 16/02/2013 - 17:10
Le storie soffrono
ad essere scritte,
come neonati
che sconoscono la vita
e dormono nel grembo
della pavida mente.
Racconta una storia
la penombra delle labbra,
se suggono dal seno
il latte dei ricordi,
e s’ode uno strillo
che strizza la gola
a contare le note stonate.
Soffrivo di nostalgia
a puntare il dito
contro i passi della morte,
uomini e donne fieri,
bimbi nati e sconciati,
ombre sui passi di polvere.
Le storie si affannano
a cantare e contare
nei mesi, nei giorni,
come voci sazie del tempo.
I ricordi sono sassi nella via.
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