Scritto da © Max - Ven, 21/08/2015 - 16:48
Si chiese se l'acqua della prima onda le avrebbe bagnato i piedi.S'era messa alla prova,così per sfida infantile, per verificare se la sua velocità di fuga sarebbe stata superiore al precipitarsi delle onde sulla battigia.Era in trepida attesa, come quando da bambina giocava ad acchiappa fazzoletto,e nessuno la batteva in quella gara di velocità di mani e di piedi.Si guardò intorno per scongiurare che qualcuno l'osservasse e la considerasse sciocca o infantile, ma si rese conto che gli ospiti di quel lembo di spiaggia libera erano intenti a tutt'altro che prendersi gioco di lei.
Si stirò il costume azzurro cielo sulle natiche in preda a quell'eccitazione che precede l'inizio di una gara e mosse le gambe come se volesse fare degli esercizi.Il sole ad un tratto l'abbagliò forte e lei tentò di schermare col dorso della mano destra la luce,senza riuscire nell'intento.Ebbe due o tre secondi per arretrare sulla sabbia,consapevole che la sfida sarebbe stata impari. Le donne, che parlottavano fitto sedute sotto l'obrellone,furono schiaffeggiate da violenti spruzzi d'acqua fredda, ignare che potessero essere vittime del mare ingrossato. Non fecero in tempo a fuggire e si guardarono stupite,bagnate e infreddolite.
Le onde si ritirarono con un boato fragoroso,inseguite da altre più aggressive e schiumeggianti in una danza malvagia che avrebbe lasciato il segno.
Un bambino di dieci anni puntò il dito verso il largo dove annaspava tra i marosi un corpo dal costume azzurro.Nessuno gli dette retta e riprese a giocare,scavando una buca che non avrebbe ricoperto.
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