Scritto da © Max - Sab, 22/03/2014 - 10:28
Nacque la voglia di ragliare nella notte,
un'ansa spregevole d'udito, in attesa
a percepire quei lamenti che son propri
e nulla si schierò dalla mia parte
dove c'erano richieste insubordinate,
una speranza di sorbire del veleno
insapore come il gusto della vita
sciolse la voglia d'essere animale
che insegue le sdolcinate violenze
di un padrone per nulla innamorato.
In cerchio un giro sulla soma lieve
e un bisticcio di grida pur rauche
mi spinsero a varcare la soglia
dove paglia non c'era ad attutire
il dolore delle impronte a dita acute.
La grandezza della luna mi scoprì
umile servo del verso di una ciaula,
rigido e nudo cogli stinchi inerti
a soddisfare il buio dell'ignoranza.
L'amore s'era rintanato nel mio sesso
orfano di donna che m'aveva creato,
un richiamo di viscere contratte
sforzò un debole sorriso al cielo
mi confortò l'orpello della luna.
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