Scritto da © Max - Ven, 05/09/2014 - 08:03
Sono le…
Apro gli occhi e ti trattengo,
un’ansa di acque fluttuanti
a dispetto del ristagno di un silenzio.
Confondo le tue braccia riluttanti,
rinunci che offuschi le difese
e mi distrai al suono della sveglia.
Esci dalla stanza, il fumo di un caffè,
mani che arrotolano capelli, non i miei,
una richiesta di un bacio sulle dita.
C’è disordine nel triangolo del cuore,
un appiglio tondo per le vene,
un rossore d’ansietà che si rafforza,
due visi inanimati tra le ombre
che sanno riconoscersi per silenzi.
Sono le…
Lancette che mi trattengono,
odio le lenzuola rassettate,
i capelli radi sul cuscino,
chiudo la porta che non ho aperto.
Apro gli occhi e ti trattengo,
un’ansa di acque fluttuanti
a dispetto del ristagno di un silenzio.
Confondo le tue braccia riluttanti,
rinunci che offuschi le difese
e mi distrai al suono della sveglia.
Esci dalla stanza, il fumo di un caffè,
mani che arrotolano capelli, non i miei,
una richiesta di un bacio sulle dita.
C’è disordine nel triangolo del cuore,
un appiglio tondo per le vene,
un rossore d’ansietà che si rafforza,
due visi inanimati tra le ombre
che sanno riconoscersi per silenzi.
Sono le…
Lancette che mi trattengono,
odio le lenzuola rassettate,
i capelli radi sul cuscino,
chiudo la porta che non ho aperto.
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