Scritto da © Franco Pucci - Dom, 22/07/2012 - 08:04
Quando la redazione mi ha chiesto di “buttare giù due righe su Maurizio” da inserire nella silloge che si andava allestendo, ho pensato “ Beh, niente di più facile, giacché è uno degli Autori di Rosso che preferisco e anche uno dei pochi della redazione che finora ho avuto la fortuna d’incontrare personalmente…” Poi mi sono detto “ma che racconto di un poeta che quando pianta i suoi occhi azzurri nei tuoi, pare abbia già letto i capitoli del libro della tua vita e aspetta solo un tuo sorriso per chiuderlo sulla parola “fine”? E allora ho scritto così…
A Maurizio
Mao per me. per tutti noi.
dagli occhi bambini.
dallo sguardo immerso nell’azzurro
dei molti sogni caduti dal soffitto
raccontati tra le rughe del sorriso.
-calcinacci che la vita ha scrostato piano-
mi guarda e son spoglio degli anni.
poi l’allegrezza coglie improvvisa.
allora realizzo. è un dono inaspettato.
lo conosco da un minuto.
da una vita. dall’ultima poesia.
Mao poeta. tout court.
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