Scritto da © Bruno Amore - Dom, 30/10/2011 - 18:28
Quando levi la mano
quando più non ti trattieni
per le troppe ferite che hai subito
sei impietosa e tutto con te trascini.
Quasi volessi un lavacro comminare
alla roba, all'orgoglioso scempio praticato
e non appagata ancora, infierisci fin sull'ossa
di quanti incoscientemente, danno t'hanno arrecato.
Trascini verso il mare che tutto inghiotte
la vanità, l'oro, l'illusoria felicità, in una notte.
Ah! quante volte invano hanno cantato i saggi
il periglio l'affanno che l'incuria della madre
avrebbe portato grandi sventure e spesso pianto.
Ma è l'uomo di dura cervice e smemorato alquanto
ma Tu che da sempre custodisci la nostra vita
non farti ora matrigna, perdona ancora una volta
ascolta la voce rotta, le preci di chi t'invita
dacci l'opportunità di trovare alfine la svolta
per apprezzare appieno il tuo respiro
che ognora ci fa esistere seppur in un sospiro.
quando più non ti trattieni
per le troppe ferite che hai subito
sei impietosa e tutto con te trascini.
Quasi volessi un lavacro comminare
alla roba, all'orgoglioso scempio praticato
e non appagata ancora, infierisci fin sull'ossa
di quanti incoscientemente, danno t'hanno arrecato.
Trascini verso il mare che tutto inghiotte
la vanità, l'oro, l'illusoria felicità, in una notte.
Ah! quante volte invano hanno cantato i saggi
il periglio l'affanno che l'incuria della madre
avrebbe portato grandi sventure e spesso pianto.
Ma è l'uomo di dura cervice e smemorato alquanto
ma Tu che da sempre custodisci la nostra vita
non farti ora matrigna, perdona ancora una volta
ascolta la voce rotta, le preci di chi t'invita
dacci l'opportunità di trovare alfine la svolta
per apprezzare appieno il tuo respiro
che ognora ci fa esistere seppur in un sospiro.
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