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Liliana

Eri la piccola di casa e te ne sei andata prima di noi quattro.
Sei nata subito dopo la guerra, nel millenovecentoquarantaquattro e sei arrivata come una benedizione del  Signore.
Il Novembre del quarantatrè segnò l’ingresso degli alleati  e per noi la fine della guerra, mentre per il nord cominciava il peggio.
Abbiamo partecipato tutti alla scelta del tuo nome. Una sorella di papà voleva  essere parte in causa di questa scelta e voleva chiamarti Loredana e quando si rese conto che noi ne avevamo scelto un’altro si arrabbiò moltissimo ma poi fù felice anche lei di chiamarti LILIANA
Il fratello di mamma viveva a Torino e seppe della nuova nipotina dopo il quarantacinque,il Natale del quarantasei ci ha trovati tutti uniti e felici di avere la bellissima bimba dai riccioli biondi.
La festa del ritrovarci e l’avere con noi una piccola di due anni o poco più ha dato un colore diverso al Natale, tutto era fatto in funzione di te.
L’albero di Natale,  ancora poco in uso da noi. Le sorprese sotto l’albero e lo zio vestito da Babbo Natale per rendere più credibile il personaggio e tu che per tanti anni ancora dopo hai creduto in questa cosa e la notte prima di ogni anno successivo, chiudevi gli occhi e cercavi di dormire nel timore che se ti trovava sveglia, Babbo Natale, non si sarebbe fermato per lasciarti i regali.
Un rito particolare, suggerito dallo zio, era  rimasto per te quello di darci la buona notte tutte le sere con il bacio per ognuno di noi, ma non ti bastava, a tutti dicevi : ti voglio bene e rigorosamente dovevamo risponderti con la stessa frase.
Il rito non finiva qui perche in camera con la nonna la cosa era più precisa.
Avevi il lettino con il viso rivolto verso di lei e nel mentre ti infilavi il pigiamino, conversavi con la nonna,adagiavi il gatto Zazà in fondo ai tuoi piedini e poi sistemata a dovere chiudevi gli occhi e l’ultima frase era rivolta alla nonna : Ti voglio bene e lei rispondeva come da tuo desiderio.
Se per qualche motivo dovevate parlare d’altro, il rito andava ripetuto.
La cosa più grave era che se la nonna, qualche sera era di cattivo umore e la sua risposta non era formulata con il tono affettuoso d sempre tu ti arrabbiavi e continuavi a ripetere:” non me lo hai detto bene” e arrivavi a piangere disperata fino a che non eri soddisfatta della sua risposta
Ti portavo con me quando andavo a giocare o a studiare dalla mia amica che aveva un giardino dietro casa, sempre orgogliosa di come ammiravano la mia sorellina in un paese dove la maggioranza, bimbi compresi, avevano i capelli scuri .
Alla festa del Corpus Domini, in occasione della tua prima comunione, io e la mia amica abbiamo lavorato per un mese intero a preparare, per te e per un’altra bambina, due ali da angelo ma dopo la prima felice accoglienza,per te questa cosa si tramutò in fatica e stanchezza e verso la fine della processione  hai avuto uno scatto di ribellione  tale da indurti a  strapparti da sola queste ali ed ho impiegato un bel po a consolarti e riportarti a casa.
Tanti sono i ricordi che affiorano alla mia mente ma non è questo il momento di elencarli tutti. Siamo vissute insieme, le tre sorelle , a Torino mentre l’unico fratello era rimasto con mamma, papà e la nonna al paese.
 Ti ho sempre sentita vicino soprattutto nei miei momenti più brutti,  spero tu mi abbia sentita altrettanto a te vicina, anche negli ultimi tuoi  giorni in cui non abbiamo capito se ci sentivi.
Grazie sorellina mia, ti voglio bene
 
                              Maria Mastrocola Dulbecco
 
 
 
 

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