Scritto da © Maria34 - Sab, 03/12/2016 - 11:03
Sul tema, Domenico ha scritto:
Ha un suo rumore, il silenzio. Sempre, ovunque ci troviamo ad ascoltarlo.
Ti può capitare di ascoltarlo quando torni a casa, e ti rilassi sul divano, astenendoti dall’accendere la tv. Ti rilassi e chiudi gli occhi, e pensi (o non pensi, se no che relax è?)
Quei momenti con te stesso, e il resto fuori, sono essenziali per ritrovare un po’ di dimensione umana, senza clacson, semafori, code agli uffici e simili amenità. Senti anche il battito del tuo cuore, il ritmo della vita che è in te, ed inevitabilmente i pensieri, piano piano, si fanno strada: un incontro, un ricordo, un paesaggio, fatti e immagini stranamente interconnessi fra loro e che, forse, non pensavi neppure di poter ricordare. Le sinapsi del nostro cervello seguono strade imperscrutabili.
Oppure sei lì, di fronte al mare autunnale, al tramonto, col sole basso, ad ascoltare il suo rumore, i suoi profumi, ed i ricordi che ti fa tornare a galla. Sei solo e non sei solo, ed il silenzio ti parla.
Oppure ancora sei lì, seduto sul letto, di sera. Poche ore prima ti hanno dato la feroce notizia che un tuo caro non è più. E il rumore del silenzio è assordante. Vorresti ancora sentire la sua voce, ma la puoi solo immaginare, e sai che sarà per sempre.
È il silenzio peggiore, è quello della solitudine.
Domenico Signorino
E? vero, il silenzio peggiore è quello della solitudine…
Maria
Ha un suo rumore, il silenzio. Sempre, ovunque ci troviamo ad ascoltarlo.
Ti può capitare di ascoltarlo quando torni a casa, e ti rilassi sul divano, astenendoti dall’accendere la tv. Ti rilassi e chiudi gli occhi, e pensi (o non pensi, se no che relax è?)
Quei momenti con te stesso, e il resto fuori, sono essenziali per ritrovare un po’ di dimensione umana, senza clacson, semafori, code agli uffici e simili amenità. Senti anche il battito del tuo cuore, il ritmo della vita che è in te, ed inevitabilmente i pensieri, piano piano, si fanno strada: un incontro, un ricordo, un paesaggio, fatti e immagini stranamente interconnessi fra loro e che, forse, non pensavi neppure di poter ricordare. Le sinapsi del nostro cervello seguono strade imperscrutabili.
Oppure sei lì, di fronte al mare autunnale, al tramonto, col sole basso, ad ascoltare il suo rumore, i suoi profumi, ed i ricordi che ti fa tornare a galla. Sei solo e non sei solo, ed il silenzio ti parla.
Oppure ancora sei lì, seduto sul letto, di sera. Poche ore prima ti hanno dato la feroce notizia che un tuo caro non è più. E il rumore del silenzio è assordante. Vorresti ancora sentire la sua voce, ma la puoi solo immaginare, e sai che sarà per sempre.
È il silenzio peggiore, è quello della solitudine.
Domenico Signorino
E? vero, il silenzio peggiore è quello della solitudine…
Maria
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