Scritto da © maria teresa morry - Gio, 07/11/2013 - 12:46
Le fabbriche vicine ai campi
dismessi e scuri
tagliati in paralleli fossi
freddi e rivestiti in rovi.
Fuggono veloci i pioppi
la loro timida voce a limitare i prati
fioriscono i tetti bassi delle case.
La foschia si ruba la città
e le sue luci,
restano scenari in umide facciate
lungo i binari.
Il moversi del treno
perfora l’autunno e le sue forme,
rossi accesi e vaghi marrone
arruffano le vigne
fin sotto i letamai.
Oche bigie si azzardano
oltre le sterpaglie accese.
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