Scritto da © maria teresa morry - Lun, 25/02/2013 - 10:13
Il bracciale era stato di proprietà di Noemi Blaumen, ebrea,moglie di un ricco imprenditore bavarese, di nome Helmut,il quale forniva metallo per i binari delle ferrovie del Reich e rame per i cavi dell’energia elettrica. I due si erano sposati assai prima del 1935, quando non esistevano ancora i divieti razziali ai matrimoni misti. Nel caso di questa coppia,viste le potenti amicizie del bavarese, soprattutto nell’ambiente finanziario estero,nessuno intervenne con la nota brutalità;alla Gestapo e presso le S.S. si fece finta per un po’di non sapere o forse fu solo merito di persone poco zelanti.Non è escluso che Helmut avesse anche pagato cifre ragguardevoli, per comperare il silenzio dei funzionari amministrativi. Si dice che Noemi fosse una donna bellissima ,dai tratti molto singolari, essendo una ebrea sefardita che il commerciante tedesco aveva conosciuto durate un suo viaggio di piacere in Spagna.Dalla coppia erano nati due bambini,uno biondissimo come il padre; l’altro invece con i riccioli e gli stessi occhi bruni e profondi della madre.
Accadde che un mattino Noemi venne arrestata in pieno giorno mentre curiosava al mercato della frutta,assieme alla cameriera. Cadde in una retata, di quelle che i nazisti usavano fare all’improvviso per mantenere alto il senso di terrore tra la cittadinanza. I pretesti non mancavano mai.Mentre la cameriera riuscì a nascondersi dietro una catasta di ceste,Noemi fu malamente agguantata, portata al carcere femminile ed ammucchiata assieme ad altre donne, certune di queste con la stella di David obbligatoria, cucita all’abito.
Verso le due di quel pomeriggio, mentre il marito era in forte apprensione per l’assenza di Noemi,il telefono della loro abitazione ,in Hegelstrasse, squillò insistentemente.L’imprenditore bavarese venne seccamente informato da una voce poliziesca che la moglie era stata arrestata e che erano in corso accertamenti.Il pomeriggio trascorse per Helmut nella più profonda prostrazione. Aveva insistentemente chiamato al telefono alcuni i personaggi altolocati. Sembrava che nessuno fosse a conoscenza di questo arresto.Tergiversavano, declinavano ogni responsabilità, di certo fingevano. A sera Helmut si decise ad uscire per raggiungere un noto club privato , aperto a pochissimi soci,alti esponenti nazisti e loro sodali ,un luogo dove egli era certo che avrebbe potuto incontrare, di persona , soggetti influenti.
E fu così, infatti, poiché,seduto ad un tavolino con abat-jour, accanto ad una entreneuse olandese, magra e scollatissima, si trovava il capo della polizia locale, certo Hans Kruger.Senza tanti preamboli,Helmut si fece avanti e costrinse l'uomo a seguirlo in una saletta. Kruger si alzò seccato dalla poltroncina, dicendo due parole di scuse alla ragazza emaciata dal rossetto rosso fuoco. Helmut espose l'accaduto, mentre il poliziotto fumava imperterrito un grosso sigaro e seguiva le volute di fumo arrampicarsi contro uno specchio.
“ Helmut…- gli rispose pacatamente Kruger e senza guardarlo in viso – non hai pensato che sia cambiato qualche cosa anche per te,così ricco?Non hai pensato che qualcuno, nelle alte sfere di questa perfetta economia nazionale, ti voglia soffiare qualche commissione,rovinarti qualche affare con il Governo?Questa storia di tua moglie non poteva andare avanti a lungo, lo si sapeva.Lo sai che da Berlino, già mesi fa, avevo ricevuto ordine di far finire questo…questo…non so come chiamarlo…privilegio di cui godi? Ma come, tante belle buone famiglie ebree sono state smantellate,disperse, rapinate di tutto e tu, solo perché sei un uomo assai ricco, ricchissimo direi, la devi fare franca ?”e sorrideva.
Helmut sentì per la prima volta in vita sua parlare una lingua che non conosceva, urtava con un tono che gli era estraneo.Sentiva parole che creavano uno spazio enorme tra lui e il poliziotto, un baratro al fondo del quale appariva la parola “ morte”.
Allora gli uscì dalla bocca una frase secca, arida,dura e pericolosissima : “ Quanto vuoi Kruger? Ti pago quello che vuoi solo perché tu faccia rilasciare Noemi e mi permetta di farla partire con i bambini. In ventiquattro ore sarà lontana dalla Germania..”
“ Già…i bambini, Helmut…bellissimi i tuoi bambini…li ho visti giorni fa con quell’odiosa governante austriaca che hai scelto per loro…erano al parco..giocavano felici - sottolineò il poliziotto,facendo cadere la cenere dal sigaro.
Ad Helmut il sangue si raggelò.L’idea che anche i bambini fossero in pericolo gli apparve di colpo come un mostruoso buco nero.Capì che non lo doveva mostrare, che istintivamente doveva celare il panico.Non doveva manifestare paura di fronte a quel burocrate freddo e feroce.
“ Vuoi corrompermi Helmut? L’idea in sé non è così disgustosa...in molti qua lo siamo…terrore e corruzione è tutto ciò che regge il sistema…. Solo che quello che mi disgusta è che un domani mi dicano che ho salvato la vita ad una giudea,capisci? Meglio se la mettiamo come una compravendita…” - continuava a fumare lentamente.
“Va bene Kruger…quanto vuoi per mia moglie? “ sussurrò il bavarese con la gola secca.
“ Molto - scandì il poliziotto - vieni a trovarmi domani in ufficio”
“No – rispose con pari calma Helmut – meglio a ora di pranzo,al chiosco del parco..così ti pago pure la colazione….Posso essere certo che nel frattempo non verrà fatto del male a Noemi? “ .“Dormirà solo un poco scomoda, Helmut….sai com'è… “rispose con un sorriso il capo della polizia,guardando il lampadario.
“Dammi solo la possibilità di farle sapere che so dove si trova e che non l’abbandono” incalzò Helmut.
“Dirò alla direttrice del carcere di comunicarle che ne sei informato..E ora se permetti, torno alla mia olandesina,volevo concludere qualche cosa di gradevole questa sera..andiamo Helmut, su..ne verrai fuori alla grande”, concluse il colloquio Hans Kruger, riavviandosi i capelli impomatati e dalla sfumatura eccessiva, e trovandosi alquanto piacevole nel guardarsi allo specchio del privé.
»
- Blog di maria teresa morry
- 722 letture