Mare mater

Preso dal mare sconosciute creature
vi ho annusato e osservato,
con un pianto vi ho parlato,
sapore di fame in una luce accecante.
Mi avete coccolato e curato,
tenuto in piedi ho camminato,
ascoltato, toccato, assaggiato,
e ho imparato.
Non essere troppo curioso,
mi avete bacchettato estranee creature,
che del mare vi siete scordati.
Ci avete cresciuto come cespugli
con strette radici in avara terra
di ciottoli e sterile argilla.
Deviata la pioggia, arginati i torrenti
per scordare l'acqua che ci ha generato.
Corri per questo deserto, non inciampare,
su, rialzati c'è un'oasi che ti sta aspettando, ma
non crucciarti se poi è un miraggio
di questa sola rassegnata realtà.
Un'alba cammino su una spiaggia deserta,
i piedi accarezzati dall'onda schiumante.
Mi dice, spegni il rumore, ascolta
il mio suono scomparire in te e
sciogliere i nodi che ti fanno incespicare.
Questa è la mia vita ,
nessuno la può più intaccare e modellare.
Torno liquido scivolando
nel mare da cui sono arrivato.