Visto da lontano | Post comici, demenziali, ludicomaniacali | Marco valdo | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Visto da lontano

«Le conseguenze immediate sono la deflagrazione, il disordine delle intenzioni che cozzano e si spargono nell'aria, come si può crederle il risultato»
Fa cerchi con le braccia, le dita a raggiera, lo spazio intorno si riempe, non gli importa capire, non è questo che cerca, quanto si era ingannato sul tempo passato, solo adesso lo vede, ma forse è solo troppo breve il lasso di tempo, dopotutto, da qualche parte, un qualche dio ci mette secoli a tirare un sospiro, alza le spalle vicino alle orecchie, con le mani dietro la schiena, la memoria non lo aiuta, il tiepido del suo tempo la infiacchisce. Ha delle parole, che ha inciso salde col dolore e con il riso, ma non è adesso il dolore, non questo il riso, restano certo le parole.
«Un pischello può cadere nel tranello, gonfiarsi i pantaloni o gli occhi dell'immediato e crederlo eterno, temere il lungo dei suoi minuti, non farsi convincere della abbondanza che si troverà a disposizione, può finire nell'imbroglio pirotecnico del materiale, meno si addice a...»
Non parla più sul serio da tempo, la leggerezza che parte dai piedi, arriva in forma di luce negli occhi, può permettersi il pulpito degli strilloni di strada e cianciare miracoli di redenzione, tanto di meglio nessuno riesce a fare e l'impalpabile è una risorsa per il male e per la cura, il bivio delle strade non si ancora al dubbio, il dolore delle vertebre del collo è il limite dello spazio, del tempo che stringe la portata dell'azione, d'altronde lui nemmeno da giovane si torceva sul sedile, la mano sinistra sul volante, a prendere con furia la via del ritorno, ondeggiava gli occhi, come fa ancora adesso e rubava il riflesso degli specchi, ed era sempre una stradina di poca importanza, col nome sconosciuto di qualche brillante tecnico, ormai dimenticato.
«... quei cristoni adusi al dubbio, che per il gusto della cattiva memoria, sgranano gli occhi come fossero fanali abbaglianti, difronte all'effetto di una improvvisazione, scordandosi poi il seguito, secondo il giudizio di una nuova faccenda, di polvere in polvere»
Ha le mani bucate, dovute allo sperpero, credute sante, se le frega pensando all'imposizione, raramente le appoggia alle spalle dei queruli conoscenti, più in là non si spinge, al limite parla, spiega quello che gli è sconosciuto e per la forza degli eventi è sempre creduto.  

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