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==>>Ti ho preso l'anima - segnalato dalla redazione

Cosa approda tra le dita? la volontà di mettere un segno sull'intenzione le fa prudere, ma non lo pensa, non ci pensa, deve trovare una soluzione al ritardo; bianche, lunghe, ancora affossate alle nocche, l'unico segno ancora evidente di un passato prossimo, terminali di arrivi e partenze, derive e approdi, vuole comandarle alla vittoria, falangi al confine del territorio straniero: barbari, ladri, sapienti e lei una volontà incontrollata di presenza, di risalto, il presente in concorrenza, questa terra di nessuno, sconfina di personalissime distanze.
Di lei non resta niente al passaggio, non resta niente di nessuno, forse per questo gli riesce facile spogliarsi di ogni tipo di remore, solo un tremore, quando cede qualcosa che aveva conservato per un ipotetico grande amore; Si è perso nell'impazienza, un mazzo di chiavi che non si trovano, un frugare nervoso, non ha più bisogno di qualcuno di speciale, quel qualcuno di speciale ha fatto una strada differente, l'ha lasciata sola a sistemarsi alla meglio, sconcia di vestiti candidi, l'odore della terra bagnata e una libertà ingombrante da dimostrare, resta adesso qualcosa da colmare, un cuore da far battere veloce e un rosso vermiglio che si deve accendere sul viso.
E lei si dice che niente è più vero, che tutto è ugualmente vero, si costruisce verità dure, da sputare come fiele, una semplicità di fatto, volgare, la intarsia di doti e scaltrezze e tutto sperpera, come lo farebbe di fronte alla morte o in presenza di un sogno bambino, regala tutto di se, un pezzo alla volta, tanto da non farsi riconoscere, tanto da dimenticarsi nei dettagli, nelle forzature fatte per dimostrare di esserci, di essere.
Adesso c'è veramente tutto di lei, sparso in mezzo a milioni di altre rappresentazioni, il corpo privato degli occhi, gli occhi privati del corpo, tutto e troppo, nessuno avrà la pazienza e le dita tanto abili da ricucire gli strappi, da separare la crusca dalla farina. Continuano le dita a gettare bottiglie nel mare, quel mare di nessuno, pieno di tutto e di niente, continuano a tessere ipotesi del vero, sconce la notte, in attesa del ritorno.

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