Scritto da © Marco valdo - Mar, 27/12/2016 - 23:21
Restano dei luoghi vergini
ormai inaccessibili
spuntano dalla memoria come mosche
si riconoscono anche nel ronzare confuso
I luoghi dove ci siamo persi
sarebbe bastato il niente di un accidente
un impiccio del destino
qualcosa da infrangere per i casi eccezionali
poteva bastare un suono o una minore perfezione
qualche umana pecca.
Non c'era niente di sbagliato
il tempo, il luogo, il perfetto silenzio
niente da modificare
una amnesia pigra
si dimentica lo sporco della vita
quella polvere che si solleva dal fare
l'inevitabile imprecisione della costruzione
la previsione di un futuro.
Un istante che si ripete
fino a quando dura il miracolo
c'era stata una vita prima
l'immagine che muta piano
aveva un passato, mai sconosciuti
mancavano i nomi, i dati anagrafici, i luoghi
ma da qualche parte avevano già esaurito un'esistenza insieme
La mancanza di pudore degli sguardi
che non si cercano
un leggero contatto mai interrotto
quello scandalo di inerzia di un tacito accordo
la consapevolezza di potere andare oltre
fino alla fine e invece restare
Per non avere niente di nuovo da raccontare
tenersi il ricordo, lasciare il ricordo
che svanisce nei dettagli
rimane un sospetto di bellezza
e un'anima sposata in qualche parte del mondo.
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