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L'Uccellino

 
Tardi. Come il sole a Pulei. Anche i cani lungo i viali ghiacciati dal tempo cominciavano ad abbaiare dopo le undici. Quì.
 
Il sole saliva lento, finalmente sgombro di quella grigia compagnia che, nelle ultime settimane diedero frutto d'acqua a tutta la vallata.
Ai lati delle vecchie vie, l'acqua scorreva calma, rigurgito di una terra troppo sazia per contenerla.
I campi fiorivano di nuova linfa, i gigli, viola, esplodevano la vera forza della primavera. I virgulti del perastro lasciavano spazio, tra le spine acuminate, alla rotondità di un nido di cardellino pronto ad accogliere la prima covata.
 
Le foglie dei fichi d'india. Tonde. Piene per la riserva estiva, sembravano pale di tanti piccoli mulini a vento orientati a caso, quasi a sfruttare assieme tutte le forze dei mille mulinosi venti di quella valle.
 
Nell’aria, come un fumo di pensieri, saliva acre il profumo della muffa di sugherone, delle foglie marce di corbezzolo, l'olezzo di forno del cisto selvatico. Lo stesso odore che si sente nelle vesti della gente di campagna, padroni ancora di quel territorio mai conquistato.
 
Nella casetta adagiata in quella valle, tra Nura cuncoina e Sa maniga e S'ilighe, dove le curve riportano verso l'altura di Monte e’Subra, un uccellino picchiettava nel vetro a specchio del piccolo bagno.
 
Aveva il suo appuntamento galante, tutte le mattine sempre alla stessa ora, sicuro di trovare l'immagine amata che, tanto gli somigliava e che, per istinto sapeva di amare.
 
Aveva lo stesso blu di cielo sul capo e sulle estremità delle piccole ali, lo stesso giallo intenso dei Caraganzi sul dorso e sulla pancia. Lo stesso becco intinto nel basalto.
 
Si alzava in volo, salutando la sua immagine riflessa e, dolcemente baciava quello che rappresentava.
Un amore senza tempo che, avrebbe ritrovato ogni giorno alla stessa ora. Un amore che non poteva NON essere corrisposto. Un amore della stessa intensità della suo.
Un amore senza pensieri, che non poteva avere rivali. Che sarebbe durato per ogni giorno della sua vita.
 
L’osservavo oltre il vetro, dove lui non poteva vedermi. Ho invidiato la sua voglia effimera, e quell'amore così eterno.
 

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