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Lavandaia

La Lavandaia di Giovanni Segantini.jpg
Lavoro della Donna in tutti i luoghi,
i panni di famiglia e conoscenti,
una fatica ben retribuita,
 
dai ricchi benestanti di borgata,
la moglie del fattore la prescelta
oppure un uomo di fiducia piena,
 
con l'intervallo del bucato in vasca
un obbligo variante per famiglie,
le benestanti al quindici del mese
 
le poverette trenta giorni all'alba,
nei pressi di fontana del paese
oppure al lavatoio presso casa,
 
giorni di sole ad asciugare i panni,
sulle funi sorrette da forcelle.
Se i panni eran umidi la sera
 
in casa s'asciugavan sul braciere
sopra un telaio alto a fasce larghe,
così fino al mattino eran pronti.
 
I pozzi eran carichi di acqua
cui s'attingeva il liquido prezioso,
con bel secchio appeso ad una corda,
 
di canapa od anelli incatenati.
La cenere di brace il detergente
o del residuo della molitura
 
la morchia d'olio vergine d'oliva,
rappresa e conservata in saponetta.
Con gli strumenti adatti a tal mestiere,
 
catino, bagnarola ed una corda,
mollette e tavoletta per stricare,
sapone su quei panni in bagnarola.
 
Risciacquo e strizzatura del bucato
prima asciugato, quindi ben stirato,
piegato ed ordinato dentro i cesti
 
e sistemato infine nell' armadio,
comò, in guardaroba, in cassapanca,
lo scrigno custodito per i sogni.
 
E per i bimbi ch'eran irrequieti,
le nenie si cantavan a render quieti.
 
 
Lorenzo 9.4.22

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