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Filosofia d'antico Contadino

Olive.jpeg
E' tempo di raccolta nel mio borgo,
nell'agra terra d'area premurgiana
che dal mare sale verso altura,
 
alle matine in campi ricchi d'uva.
Un manto d'uliveti verdeggianti,
a dire il vero poveri quest'anno
 
e in tutti quelli che ad anni alterni,
scarseggiano di drupe d'oliarole,
i nostri avi contadini arguti,
 
con scarpe grosse e cervello fine
pensavano buon detti tramandati. 
Uno di questi, conservato ad arte,
 
racconta testualmente questo dire,
fràsche e petrùdde, alóje pìcche e nùdde,
Son tutte foglie, olive poche o niente,
 
solo pietruzze in terra impoverita,
d'umori nutrienti alle radici.
Naturalmente il detto era pensato
 
per proprio tornaconto e rendiconto,
per quell'annate povere di resa,
intendo quel per cento per quintale,
 
dell'olio extra vergine d'oliva.
Colte le olive al fine del trappeto,
il detto s'usa quando il buon agreste
 
vuol deprezzare ad altri il suo raccolto
per non creare invidia ai suoi rivali.
Non s'accontenta mai l'agricoltore,
 
vien chiesto l'andamento, su domanda,
d'annata in corso di raccolta in atto, 
nel cuore suo spera altresì l'opposto
 
quando al trappeto si conferma resa. 
Racconta il detto al suo vicin di casa,
mentre al frantoio spera tanto olio.
 
Consolidata azione contadina,
rendere sempre resa piccolina.
 
Lorenzo 14.10.22

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