Scritto da © Lorenzo - Ven, 30/12/2022 - 06:50
Ah, l'arie du paìse moje
Ah, l’aria del mio paese,
un respiro dell’anima.
Quando il treno portava alla laguna,
terra straniera divenuta amica,
di mia gioventù, ahimè, lontana,
terra straniera divenuta amica,
di mia gioventù, ahimè, lontana,
mi condusse quel giorno, un dì di festa,
trovai l'ovatta bianca in quelle mura,
un viaggio di speranza e ancor di gioia.
trovai l'ovatta bianca in quelle mura,
un viaggio di speranza e ancor di gioia.
Eppure nostalgia mi prese in gola,
sapendo il dunque del cammino preso,
accomodando lì i miei comandi.
sapendo il dunque del cammino preso,
accomodando lì i miei comandi.
Tornavo per pensare in ferrovia
ed ogni tanto andavo alla stazione,
guardando quei binari mi dicevo,
ed ogni tanto andavo alla stazione,
guardando quei binari mi dicevo,
le rette parallele hanno un fine,
continuano finchè trovano il porto
del mio paese ai piedi d'una valle,
continuano finchè trovano il porto
del mio paese ai piedi d'una valle,
coperta d'uliveti e di vigneti.
Quando in estate al fresco ritornavo
e respiravo l'aria conosciuta,
Quando in estate al fresco ritornavo
e respiravo l'aria conosciuta,
un altro balzo avanti fra l'evviva,
tra i vicoli del borgo tanto amato
e sono qui ed ora verso il vespro,
tra i vicoli del borgo tanto amato
e sono qui ed ora verso il vespro,
nell'aria fresca e pura di marina
ed anche della murgia frizzantina.
ed anche della murgia frizzantina.
Lorenzo 30.12.22
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