Scritto da © Franco Pucci - Dom, 12/02/2012 - 11:43
I balconi con le ringhiere di ferro ormai corroso
si affacciavano sul cortile come protesi dentarie
neglette dai dentisti, ma convenzionate all’Inam.
L’immancabile gatto, signore delle cantine, orbo
da un occhio, e dal mantello virgineo che tradiva
scelleratezza, dominava le afose notti d’Agosto.
[la notte suonò un solo tocco quando il lamento
mutò in richiamo di felinei ormoni entusiastici,
fu strazio lacerante e il sonno fuggì atterrito]
La fuga e l’inseguimento risuonarono nella corte,
fra moccoli e miagolii lo zoccolo si levò nell’aere
planando fragoroso su damigiane di rubizzo vino.
Non venne mai recuperato tra le vitree schegge,
il battere ritmico del piede orbo di legno gemello
fu compagno ai tocchi che ricondussero al sonno.
Da allora il vino rosso mi dà acidità di stomaco…
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