Scritto da © Bruno Amore - Gio, 20/10/2011 - 16:51
Babbo, perché da tanto
non ti vedo
non ti sento
dacché ti allontanasti
dal fragore di noi viventi.
Ho appeso al chiodo
come due promesse
le scarpe forti che mi lasciasti in dono
quelle delle tue fatiche
troppo pesanti da trascinare
chiedo perdono.
Mi tocca calzarne di più belle
prese a nolo
adatte a fare le strade d'oggi, più veloci
seppure quelle duravano quanto fan le stelle.
Queste saran buone forse un anno solo
son per brillare più che camminare
ti par facile andare, chissà se ritornare.
Non bastano più molliche a questo becco
son ossa e carne quel che nelle fauci metto
seppur volessi non saprei, potrei sfuggire
all'inedia che incombe
che non ti lascia ma
non ti fa morire
Babbo, perché da tanto
non ti vedo
non ti sento
dacché ti allontanasti
dal fragore di noi viventi.
Ho appeso al chiodo
come due promesse
le scarpe forti che mi lasciasti in dono
quelle delle tue fatiche
troppo pesanti da trascinare
chiedo perdono.
Mi tocca calzarne di più belle
prese a nolo
adatte a fare le strade d'oggi, più veloci
seppure quelle duravano quanto fan le stelle.
Queste saran buone forse un anno solo
son per brillare più che camminare
ti par facile andare, chissà se ritornare.
Non bastano più molliche a questo becco
son ossa e carne quel che nelle fauci metto
seppur volessi non saprei, potrei sfuggire
all'inedia che incombe
che non ti lascia ma
non ti fa morire
sebbene poco mi stimi
e, di certo,non mi basto.
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