Scritto da © giuseppe pittà - Ven, 16/10/2009 - 12:32
fork, 1990 - antony luzi
i lati dell’Amore - (duetto in mi maggiore – agitato)
sarà morire di dolce sonno piano piano
negli angoli bui degli stretti corridoi
del tempo che brucia di occhi stanchi
di un tempo fatto a deserto di paura
nelle gocce di un miele troppo amaro
che sgorga dalle ferite del mio sole
nei termini della chimica delle stagioni
perché ti amo senza saperti amare
di un amore che mi squarcia le carni
violando attraverso i sogni ogni difesa
mentre poso le dita sulle tue magie
con il virtuosismo del vorticoso pianista
consolandomi della fine di tutti i mondi
sarà morire di disprezzo piano piano
appesi ai soffitti di un’eterna sofferenza
con le corde ben tese a ciglia di ragno
nelle lame che confinano con il cuore
colorando palpiti dei rivoli del sangue
nei vortici dove perdersi nei segreti
della curiosità d’incandescenze terrene
perché ti amo nel dolore di conoscere
di un amore che mi annuncia il buio
nel volo dei pipistrelli dove mi racconto
provando ad aprire tutte le serrature
al centro naturale del pensiero libero
di una musica che sconvolge la poesia
sarà morire di solitudine piano piano
concreti nelle dimostrazioni d’affetto
semplicemente come pietre da scagliare
folgori nude che feriscono mortalmente
nei sapori finali delle ambigue reliquie
raccolte nei secoli di ottima formazione
confusi o nascosti tra pieghe di coscienza
perché ti amo consapevole di ferirti
di un amore che diventa arma infallibile
nelle profonde caverne della desolazione
di queste mie ombre che spezzano le catene
ma che pure mi imprigionano di menzogne
sulle pietre dei gradini delle nostre cattedrali
sarà morire di misteri e scomodità piano piano
svegliandoci sudati nel cuore di ogni notte
dell’incertezza assoluta dell’avventura dei sogni
dove quando vincevamo vocazioni alla passione
noi unici a saper ritmare le coincidenze di vita
alla deriva di un viaggio che non sa aver inizio
ogni volta conosce la prepotenza di concludere
perché ti amo di danza frenetica sconveniente
di un amore senza più termini di paragone
nelle passioni dei milioni d’istanti che fuggono
perché gli istanti sono del tempo la sola verità
noi due che non siamo mai stati soltanto noi due
nel sacrificio infantile di una strada senza arrivo
sarà morire di incrostazioni di memoria piano piano
ascoltandoci nel vivo dei tremori e dei sentimenti
tu confusa tra i rami delle tenerezze e delle gioie
io nell’ospitalità del linguaggio di ghiaccio notturno
mentre apriamo i festeggiamenti d’esistenze avverse
nei fremiti severi delle uniche nostre città d’anima
dove ancora ci cerchiamo attraverso mani e bocche
perché ti amo semplicemente d’affanni piano piano
di un amore che si annoda di confronti e cattiverie
costruito come la torre delle sfide e dei duelli
affondando nei rumori più assordanti e nei silenzi
nella prospettiva dell’errore del giorno della creazione
dove l’ amore trova il coraggio di farsi concretezza
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