Scritto da © mario calzolaro - Dom, 05/02/2012 - 18:19
Le era rimasto, in bocca, il sapore amaro di quell'ultimo bacio.
Non le importava che se ne fosse andato. Non le importava sapere se se ne fosse andato per un'altra. Non aveva fatto nulla per trattenerlo. Non le importava. Aveva voluto baciarlo. Tutto qui. La storia si sarebbe ripetuta nuovamente. Punto e a capo, semplicemente. Rimase a lungo a sorseggiare il suo drink. Lì dove si erano incontrati per l'ultima volta.Cercò di cancellare con le dita le tracce di rossetto che aveva lasciato sull'orlo del bicchiere e rimase a pensare ancora sinchè non udì i rintocchi della campana della vicina chiesa. Un brivido freddo le corse lungo la schiena e la indusse a muoversi.
Aveva sete!
Superato l'androne l'attendevano i vecchi scalini consunti e sbrecciati che percorse con fulminea rapidità. E fu a casa.
Sedette, al buio, senza accendere la luce.
Scelse un paio di calze e, lentamente, con pigra voluttà, lasciò che la seta le carezzasse i polpacci sino ad inguainarle le cosce, tornite e ambrate.
Si vestì accuratamente ed uscì richiudendo la porta. Senza alcun rumore.
Lungo le scale i suoi occhi scintillarono ed i lunghi canini brillarono alla luce che filtrava dall'ampio finestrone.
Era notte. Ripartiva la caccia.
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