Scritto da © Bruno Amore - Mer, 30/06/2010 - 06:47
Giù per viottoli, ripidi sentieri
intriso di sudore, l’asino col basto
il fiato ritmato dallo scalpitare
degli zoccoli sui selci
smonta a valle, carico
di povere ghiotte cose
manufatti d’alpeggio.
Incalzato, discende, eppur sicuro
porta il peso, che poco fiato gli consente.
Risale – a sera – con doppia fatica
di lui anche il peso e i desideri
speranze e sogni fantastici
d’umano sentire, recando.
Per riscendere, stracarico
il giorno di poi e magra profenda
intanto, a chi di quanto è richiesto
non di cosa.
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