Scritto da © baluba - Dom, 18/03/2012 - 12:18
Lasciami, negli occhi un drappeggio
scendere lenta la mente, il magma
del fine scala.
il mal di pancia tuo così simile al mio.
perdiamoci, visto che già siamo persi
di inconsapevolezze sfrenate.
forse ritroveremo sul pavimento, forse appoggiato al risplendere di un lavello d’acciaio,
sul fondo di un bidè o di una vasca, il denominatore
comune dello strazio: fragilità opaca,
degli specchi.
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