Scritto da © Manuela Verbasi - Mer, 02/12/2009 - 11:27
Timido s'annacqua d'uno sguardo perso nel vuoto appena davanti. Un raccogliersi le spalle in una malinconia calda, una trasfusione di sentire, nel tocco delle mani benedette da un sorriso. Riprese le redini, deglutito il pane e il crudo del mattino, le tessere spostate di un puzzle difficilmente tornano al loro posto. Vorremmo. Odora la pineta d'estate, odoro anch'io. Ha il palmo lucido, come anche gli occhi degli attimi in lontananza. Pesa questo cuore. Guarda ancora il vuoto, disperato, in preda all'amarezza. Suda l'inverno di vertigini, il desiderio, le carezze, l'amore, la follia.
Manuela
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