Scritto da © Franco Pucci - Mer, 19/10/2011 - 15:22
Il canticchiar della vedovella nei giardini dietro casa
aveva le note argentine che solo l’innocenza dell’età
assetata di sole e di gioco sapeva intonare alla sosta.
L’acqua pareva essere prezioso rosolio che la nonna
conservava gelosa celato tra i cristalli della credenza
e il suo scorrere incessante attirava gole pari al miele.
L’aria all’imbrunire si faceva dolce come fetta di pane
caldo, dove burro e marmellata in goloso matrimonio
aprivano al sorriso la nivea collana di perle tra le gote.
Ormai riarso dagli anni e cotto al calore di soli diversi
assetato alla fine di una lunga corsa cerco verso sera
un canto ristoratore, le note argentine della vedovella.
…l’acqua scorre incessante, ma la sete rimane…
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