Risvegliarsi soddisfatta, una tranquilla mattina di giugno, anche se fuori, il cielo ovattato fa presagire pioggia imminente e un’umidità relativa piuttosto elevata, appiccica i capelli alla faccia, insieme ai pensieri.
Orizzonte ideale sul quale veder calato il “pesante coperchio” di Baudelairiana memoria invece…
Una serata all’aria aperta, con il sottofondo musicale preferito, le scarpette a ricamare senza esagerazioni la pista, chiacchiere con gli amici, l’aria della notte, lo sbrilluccichio del riflesso della luna sullo specchio di mare antistante, il pacato rollio degli alberi delle barche a vela, ormeggiate nel loro tranquillo riparo.
Gocce di una serenità che riempiono il cuore, miorilassano l’apparato.
E finalmente riprendi a respirare dopo i lunghi giorni di apnea.
Epicurea. Al 100%.
Recuperare il proprio piacere “naturale e necessario”. Goderlo fino in fondo. Esserne pervasi.
Basta poco. Basta volerlo. Basta rendersi conto che non abbiamo bisogno di “tutto” per essere in uno stato profondo di eudaimonia .
Ieri sera è stato il mio “momento Panda”. La mia beatitudine, tanto piccola quanto profonda, goduta, amata.
E ho imparato che:
“UNA SEDIA, NON SARA’ MAI UN DIVANO”.
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