Scritto da © Angelo Arsetta - Mer, 11/07/2012 - 17:16
La ragazza del Don … con la valigia in mano
(Storia di una amicizia speciale e particolare)
Subito dopo la disastrosa ed inutile guerra, come inutili sono tutte le guerre, l’Italia si trovò tra le macerie ma pian pianino, come è nello spirito italico, cominciò a ricostruirsi. Ovviamente con l’aiuto del Governo Americano che prima ci aveva bombardato e poi ci aveva “liberato” avendo nel frattempo come purtroppo è accaduto varie volte nella nostra storia cambiato “bandiera” in corsa: Stava dando una mano al bel paese il famoso piano Marshall permise ai governanti di rifare tutto quello che era stato danneggiato e molto ancora arrivando al famoso “boom” economico.
I soldati americani avevano portato cose nuove tra cui il famoso ballo Boogie Woogie di cui le ragazze andavano pazze.
Con il messaggio mediatico dei genitori, degli amici più grandi, della chiesa e del cinema, unico divertimento di quei tempi, noi ragazzini eravamo infatuati dell’America. Per noi era il massimo: popolo bello, pieno di soldi, città magnifiche, films d’avventura, di guerra contro i “cattivi” che erano di solito i tedeschi, i giapponesi, i russi ed i … pellerossa. Ognuno sognava di andare in America a far fortuna.
Dall’altro lato del cielo c’era l’Unione Sovietica che era vista come qualcosa di cattivo. Un popolo ateo senza religione, che mandava nei gulag siberiani chi osava contrastare il dominio del Soviet supremo. Una terra simbolo di freddo, desolazione, paura e morte.
I giornali e la prima timida televisione non facevano che alimentare questo scontro perché come sempre succede in Italia l’opinione pubblica si divise in due: chi tifava U.S.A. , chi era per l’Unione Sovietica. Eravamo in pieno periodo della guerra fredda. Bastava un nonnulla e il mondo saltava per aria.
Io onestamente ero attratto dagli Americani che ci mandavano la nuova musica: jazz e rock’n’roll, che sfornavano giornali con pin up da urlo, con le stelle del cinema …. Dalla Russia non veniva niente di nuovo. Ma mi dicevo il popolo russo ha una grande storia alle spalle, molto più nobile di quella americana, e poi ero come dire “ammagliato” nel leggere della freddissima Siberia, delle enormi steppe, dei grandi fiumi, il Don in particolare con i suoi cosacchi.
Passarono gli anni. Cadde il muro di Berlino e l’Unione Sovietica si smembrò in vari stati. Così cominciai a conoscere le donne ucraine che migravano in Italia in cerca di lavoro dato che nel loro paese non c’era niente. La maggior parte si adattò a curare gli anziani, le “badanti”. Signore silenziose, lavoratrici, affidabili. Io ne ebbi alcune per mia madre e ne restai sempre contento.
Il mondo ormai era globalizzato. La grande rete aveva avvicinato tutti gli abitanti della terra. Io, che da sempre sono stato tentato dalla tecnologia ho cominciato grazie a Skype a conoscere gente nuove nel mondo. E dove mi sono buttato? Nella Russia ovviamente. Conobbi una dolcissima donna di Ekaterinburg in Siberia. L’amicizia nacque spontanea ma altrettanto velocemente dopo un anno cessò. Sparita dalla circolazione. Senza un perché. Ne conobbi molte altre ma cose veloci. Non c’era empatia. Solo la Tanya, altra siberiana, mi colpì tanto che dopo oltre 6 anni siamo ancora amici e ci scambiamo chat. Un giorno venne a Treviso una compagnia di ballo cosacca. Ne fui tanto entusiasta che il giorno dopo mi misi a cercare su Skype se trovavo qualcuna da Rostov. Correva l’anno 2009 giugno credo. Fui fortunato. Mi rispose una ragazza giovane tantoché mi chiesi subito come mai accettasse il mio tentativo di amicizia. La differenza di età era molto grande. Io di solito non mento mai. Dico la mia situazione famigliare, l’età e la foto. Dopo un periodo di incubazione mise a disposizione la sua immagine. Una ragazza normale, alta come la maggior parte dei russi, carina ma nella media, non magrissima come un grissino. Nacque subito una grande empatia. Forse anche perché somigliavo molto all’ultimo suo amore con cui aveva appena rotto. Uno scozzese. Era ancora sconvolta dal’accaduto e cominciò a raccontarmi la storia.. Lei doveva partire per Istanbul ma mi disse: “please keep in touch”(teniamoci in contatto). Aspettai il suo ritorno e le magnificai le bellezze dell’Italia. Tanto feci che un giorno mi disse: “Ho deciso vengo in Italia a Treviso a trovare te e la tua famiglia”. Io credevo che stesse scherzando, dato che aveva capito che ero facile a cadere nei suoi “I tease u”(ti prendo in giro). Aveva programmato tutto per il mese di Dicembre. Lo dissi a mia moglie che ne restò un po’ perplessa. Il tempo passava e lei mi diceva: “ma verrai a prendermi all’aeroporto di Venezia quando arriverò? E questo me lo ripeté anche il giorno prima della partenza e fu rimasta sorpresa nel vedermi là. Passammo quasi una settimana. Shopping con Aurora. Una gita a Venezia con me. Seriosa, intelligente e molto educata. Fece un’ottima impressione Il tempo passò veloce e se ne ritornò a casa sua. La nostra amicizia si fece sempre più stretta. Non passava giorno che non ci si sentisse.. Non sapevo in che cosa potessi così interessarla Trent’anni di differenza sono tantissimi. Poi pensieri e stili di vita diversi, Ma io le ho subito voluto bene non come amica ma come figlia. Ci incontrammo anche l’anno dopo: Venezia – Burano – Murano, Asolo. Giornate bellissime. Lei talmente intelligente e sensibile nel capire che a me l’arte non piaceva per niente e non mi forzò mai ad andare a vedere un museo. E shopping e sempre nostra ospite. Questa volta meno compassata. Si sentiva evidentemente a suo agio. Nel 2011 Aurora non volle incontrarla. Venne qui a Treviso anche con la figlia. Penso che mia moglie ne fosse gelosa, non capendo che troppi erano gli anni di differenza per pensare che io avessi mollato baracca e burattini per lei. Ma, onestamente, se avessi avuto 15 anni in meno …..
Lei mi chiedeva sempre di trovarle un amore italiano. Ma come potevo. Non avevo amici della sua età e poi era talmente importante per me che per lei avrei voluto solo il meglio come ad una figlia.
Alla fine l’uomo italiano forse se lo è trovato lei. Spero che la sua scelta non sia dovuta solo a questioni emotive. Lei tanto razionale, metodica, brava nel suo lavoro non lo è altrettanto nella vita sentimentale. Ho già fatto due grandi errori. Il matrimonio con il padre di sua figlia e l’unione improvvisa, un amore scoccato a prima vista con un uomo scozzese. Quello che sembra il mio sosia. Storia finita bruscamente e che l’ha fatta soffrire molto.
Alla ragazza del Don ci tengo quasi come una figlia. Lei sa che sarò sempre il suo miglior amico e che sarò con lei sempre e dovunque si troverà se avrà bisogno di me.
Ma fermati. Non sei stanca di avere sempre la valigia in mano? Fermati. Trova quello che stai cercando da sempre. O nella natia Russia, o nella fascinosa Italia o nella placida Norvegia o in qualsiasi altro luogo della terra. Sii serena e razionale anche in amore come lo sei nelle altre cose. Hai fatto già degli errori e la storia ci è maestra di vita.. Lascia perdere le emozioni. Sii razionale e guarda bene in avanti anche se so che sarà difficile perché una donna innamorata ragione da … innamorata e si rende debole. Timy Yuro diceva in una sua vecchia canzone: “Love is blind and i was to blind to see (L’amore è cieco ed io ero troppo ceca per vedere)”. Che lo scorrere del placido Don ti segua ovunque dolce amica mia come ti seguirò io che volando e girando in cerchio come una poiana vigilerò su di te .
Copyright in Treviso by Angelo Arsetta luglio 2012
E’ una storia di fantasia Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Tutti i diritti riservati
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