Scritto da © Stefania Stravato - Gio, 17/05/2012 - 17:02
quasi un accenno alle caviglie, già
la fragilità del sole;
ora brucia di solo vento, la meridiana:
segna
la nervatura tra il principio
e la fine, ancora un'occasione
perfetta, di silenzio
nell'incavo del vuoto
e quel lamento, inutile
di rose in abbandono, là
a diluvio di carminio
nel cortile,
troppo belle
che si sopporti, lo spasmo
di quello splendore.
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