Luglio chiama i suoi nomi, che diventino "estate", nel corpo scoperto, nei piedi che camminano scalzi, nei capelli annodati alla nuca. Luglio continua il suo andare, verso mete di blu che sanno di mare, e di verde che sanno di monte. Non si ferma a guardarci, ma invita a seguirlo. Così, dietro i suoi passi, la pelle si adombra, il respiro rallenta nei vestiti mossi dal vento. Anche il pensiero si placa e il cuore si lascia cullare da quest'onda benefica.
Quali occhi ha per noi luglio, se non quelli che hanno dentro quel fuoco a momenti, o quella salutare stanchezza causata dal caldo?
Luglio sovrasta il centro dell'anno, nei giorni più caldi, nelle serate ancor lunghe. Assomiglia a un grande signore, dalla bellezza remota e ci accarezza le vene rigonfie, dove il sangue continua a pulsare. Ci osserva negli occhi dei girasoli, nel verso mai stanco delle cicale nascoste fra i rami, negli schizzi bianchi liberati dall'onda.
Luglio è il chiasso delle riviere italiane e il prezioso silenzio delle chiesette ortodosse, che immutate guardano lo specchio greco del mare.
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