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Pazzia

Atto 2, la pazzia. Pazzia nelle vene, pazzia ciclica che mi sconvolge le arterie, i battiti sono confusi, non c'è soluzione e mi spengo dolcemente accompagnato da un suono fisso ed assordante e con un ghigno psicopatico stampato in volto. Follia, follia che non mi lascia, prendo il volo, spicco un salto dal secondo piano, pochi tagli addosso, solo squarci lievi, ci riprovo domani. Follia nelle interiora, mi divora, follia nel mio essere, malato ED immaginario , follia al centro della via, prendi un chiunque sia, c'ha qualcosa di sbagliato dentro, siamo tutti pazzi, tutti pazzi, tutti  pazzi... follia tra queste righe, scorre piano, nelle parole, nei contenuti sbagliati ed inesistenti. Il cuore della follia, vuoto mentale, vuoto nell'anima, a bruciare negli inferni dei manicomi, frequentati e già testati. Follia nelle mie dita, follia ovunque tu guardi, dal telegiornale del primo canale, al tuo vicino che ti spara per un parcheggio, follia ovunque, ovunque... la follia non ci lascia, non ci molla. La follia nelle note che sento risuonare nelle orecchie, mentre dovrei stare attento alla lezione, mi scava i timpani e non mi lascia stare. Agonizzo in fondo ad un vicolo con i segni di un pestaggio addosso. Agonia per le strade, agonia nella mente, agonia nelle persone strette la Domenica tra i banchi delle chiese, le loro anime, più sporche di una latrina di un lebbrosario infetto al centro di Calcutta, le loro mani linde, si posano sul tuo capo quando hai sbagliato il rigore, quasi a voler lenire il tuo male. Agonia, follia, in cerca della pace interiore ma senza soluzioni al momento, prego piano, pronuncio il mio salmo sottovoce mentre orde di insetti mi trasudano dai pori, vengono fuori a ricordarmi le mie pene, ora più marcate, mentre attendo di vedermi morto, seppellito nell'orto, non ce la faccio, straccio tutto, fanculo, chiudo il collegamento...

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