Scritto da © Jack Péenses - Gio, 21/01/2016 - 21:24
Camminava tra i dormienti, Lei regina della notte, non degnava nessuno di uno sguardo ne di un segno: nessuno ne era degno.
Eppure Lei lo voleva, cercava un essere capace di starle accanto, di reggerne lo sguardo accusatorio ed indagatorio ma nessuno sembrava esserlo.
I suoi lunghi stivali neri dal tacco omicida, calpestavano i corpi che cadevano ai suoi piedi ammaliati da tanta bellezza.
Con grande grazia danzava sui loro corpi, infligendo loro dolori e cicatrici (visibili ed invisibili). La sua danza macraba sembrava non finisse mai: il suo cammino era divenuto un tappeto d’uomini che donavano il loro rosso sangue.
Poi si fermó proprio im mezzo a tutto quel caos ordinato e mi guardó: mi scrutó l’anima e come se danzasse nell’aria arrivó al mio cospetto.
Una brezza gelida mi percosse la schiena, il suo profumo mi inebriava i sensi e la mia mente si era fermó ad un solo pensiero: Lei!
La Regina della notte mi odoró e subito dopo gustó il sapore della mia carne: un bacio con tutta la passione possibile, un morso nel labro e una mano sulla patta fecero di me il suo schiavo.
Da quel giorno nulla esiste di cosí buono che il suo odore e il suo sapore sul mio nudo corpo.
Eppure Lei lo voleva, cercava un essere capace di starle accanto, di reggerne lo sguardo accusatorio ed indagatorio ma nessuno sembrava esserlo.
I suoi lunghi stivali neri dal tacco omicida, calpestavano i corpi che cadevano ai suoi piedi ammaliati da tanta bellezza.
Con grande grazia danzava sui loro corpi, infligendo loro dolori e cicatrici (visibili ed invisibili). La sua danza macraba sembrava non finisse mai: il suo cammino era divenuto un tappeto d’uomini che donavano il loro rosso sangue.
Poi si fermó proprio im mezzo a tutto quel caos ordinato e mi guardó: mi scrutó l’anima e come se danzasse nell’aria arrivó al mio cospetto.
Una brezza gelida mi percosse la schiena, il suo profumo mi inebriava i sensi e la mia mente si era fermó ad un solo pensiero: Lei!
La Regina della notte mi odoró e subito dopo gustó il sapore della mia carne: un bacio con tutta la passione possibile, un morso nel labro e una mano sulla patta fecero di me il suo schiavo.
Da quel giorno nulla esiste di cosí buono che il suo odore e il suo sapore sul mio nudo corpo.
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