Scritto da © ariele57 - Dom, 10/06/2012 - 15:08
amico mio dolce poeta ,la tristezza è seduta alla mia destra
dalla biro mordicchiata
mille segni si posano su un pianoro immacolato,
s'accavallano punti e strisce
non a caso,
e in prima fila
maiuscola e sovrana
lei s'insinua.
tra il pollice e l'indice
si vergano solo sillabe rosse
a pois
un dire a tratti di fantasia
l'inchiostro colora gli spazi,
fa triangoli e cerchi
le teste tondeggianti ormai piene
tra zete striscianti.
lo sai,è il gioco per svuotare la mente.
lei mi prende
e io la scarabocchio.
omini vestiti di tutto punto
ma senza scarpe
incompleti
come i sogni rimasti appesi.
mi chiedo per tranquillizarmi,
a cosa serve
farsi forte con lei davanti.
da lontana landa arriva,
s'installa silente,
mi guarda seduta a destra
padrona dei secondi.
tutto ruota in senso inverso
dell'abitudine quotidiana ha solo i gesti.
c'è il distacco totale
del sentire profondo
là in attesa.
che vorra mai da me?
non m'assomiglia
ma io e lei due gocce d'acqua.
la conosco e oramai non la sfuggo,
anzi apro le braccia ,la cullo.
ogni tanto prende il treno per yuma ,poi ritorna
piena di vento e di sole,di speme.
enigma,mia sfinge.
amico mio dammi una voce
cosi anche lei ti sente.
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