Scritto da © Anser - Mer, 16/03/2011 - 21:50
Stringevamo gli occhi, controsole
a risalire il colmo dei passi.
Erano acini d’uva, i ricordi
scansare il tempo
con cruciverba di sorrisi.
Non restavano che briciole
posate su mani assenti
di tentate carezze.
Intorpidivamo parole
ad attraversare stretti di mare
le gambe delle sirene erano
alla chiusa d’ogni foce. Un pretendere
amore a sillabe piene di sale.
Batteva il cuore,
a rincorrere
petali di ginestre invernali.
Dietro ogni onda, un'altra ancora
a cifrare parole, a chiudere
il conto degli anni, sospeso
tra il tuo nome ed altri ancora.
A dissetare corse in salita.
Non è facile, sai, scambiare il passo,
schiudere il mistero dei tuoi “non so”.
Canta, la notte, un blues d’Orleans.
Che m’importa? Io scrivo [e forse è vita]
c’è qualcosa di pulito
in quest’aria giovane, soffusa,
sospesa tra me e questo cielo
color di zafferano.
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