Scritto da © Anonimo - Mar, 24/11/2009 - 17:54
Non saprebbe chi ancora coglie l’umido
dei muschi sulle grotte
quanta strada ha fatto quella roccia
pur non muovendosi sui piedi
e non saprebbe ancora quanto imparare
dalle margherite
il loro cauto sbocciare a temperature adatte
non nude
né che l’oro può essere in qualche vena
passato al fondo del fiume lento come le rive dell’universo
tra cui fluisce l’inizio e la fine di ogni cosa
senza mai essere completamente fine, né inizio né cosa.
E chiederebbe chi
non è felice del percorso delle nuvole
che queste svaniscano d’incanto
ma non saprebbe più della pioggia
e degli accidenti sfavillanti vita
ch’essa imprime sulle secche risposte delle dune
e le dune
- quelle fantastiche danzatrici del vento,
il ventre stesso delle carovane -
le dune,
saprebbero anche starsene incinta dei palmeti
fiorendo altrove.
Ma così va il mondo e intanto la parola asciutta
è la lingua delle risposte.
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