Scritto da © Mariagrazia Tum... - Ven, 11/11/2011 - 14:32
che ci inventiamo
di nuovo
per illanguidire
meno
quel tesoro
disperso
che il tremebondo
vento
ci ha rubato,
fregiandosi di stelle
che ci appartenevano di diritto,
una tazza di thé,
una noce moscata
o un grappino infuocato,
che fiato
ridesti
il simulacro
bugiardo
di questo sentimento
che ci ostiniamo a nominare,
mentre
lui sguscia
ferrigno
tra le stoviglie
di sere
nude,
nude come i nostri corpi solitari
che si incamminano
su binari paralleli,
disperdendo
al buio
la tenerezza
svaporata
in cristalli
appesi
al cielo
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