Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 05/05/2012 - 06:28
L'ora è sempre quella, quando l'attesa del giorno
rende fragile la notte e tutto rischiara piano.
Anche il mio viso emerge dal buio nello specchio
e lo guardo curiosa: sono anni ormai che non mi riconosco.
Solo il guizzo ironico negli occhi alla mia perplessità
mi identifica in modo univoco. Vorrei spiegarti
questa estraneità alla vita, oggi. Dirti quando poco conti
tutto, che non sia legame, filo sottile di seta
che ci imbozzola. La farfalla in potenza, la bellezza
a venire. Tutto è racchiuso in questo, nell'esserci
per dire all'altro: sono qui, sono con te. Sono per te.
Dire, lasciare che l'aria fra noi si faccia onda, risuoni
di sillabe, crei interferenza. Un terzo suono che
emerga vibrante. Finalmente vita. Amore, finalmente.
L'ora è sempre quella, quando l'attesa del giorno
rende fragile la notte e tutto rischiara piano.
Anche il mio viso emerge dal buio nello specchio
e lo guardo curiosa: sono anni ormai che non mi riconosco.
Solo il guizzo ironico negli occhi alla mia perplessità
mi identifica in modo univoco. Vorrei spiegarti
questa estraneità alla vita, oggi. Dirti quando poco conti
tutto, che non sia legame, filo sottile di seta
che ci imbozzola. La farfalla in potenza, la bellezza
a venire. Tutto è racchiuso in questo, nell'esserci
per dire all'altro: sono qui, sono con te. Sono per te.
Dire, lasciare che l'aria fra noi si faccia onda, risuoni
di sillabe, crei interferenza. Un terzo suono che
emerga vibrante. Finalmente vita. Amore, finalmente.
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