Scritto da © Marcello Caloro - Dom, 18/03/2012 - 10:49
Lì dove lo Zellina
salta spumando
per riprendere quieto
tra il tetro dei campi
di fresco sarchiati
il domestico corso
dove il rondone
volta impennando
a mostrare saziato
tra nubi d’insetti
al sole calante
un ventre d’arancio
dove l’iris selvaggio
macchiando di giallo
fiorisce d’incanto
sulle sponde del rio
segnate da giunchi
legati dal ragno
lì m’invento la notte
gli occhi serrando
ad archi friniti
ad ottoni garriti
a maracas scroscianti
offerte in concerto.
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