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Il canto di Lilith


"La mia è solamente la storia di una folle, forse, ma libera da ogni condizionamento e moralismo.
Parlo a voi tutti, persone mediocri chiuse e confinate nella vostra piccola vita che si esaurisce senza conoscere nulla, al di fuori di ciò che avevate concepito con il metodico lavoro di anni. 
Imperterrita coerenza di chi non desidera conoscersi diverso da ciò che è.

Parlo a voi che quando mi sentite nominare, girate la testa e cercate qualcuno che vi tuteli dalla mia luce.
E’ bene che sappiate: per voi io sono il diavolo, l'automa ribelle che tanto temete, l'elemento che non rispetta le regole del branco.
Sono lì, alla porta che è il limite tra voi e la vita vera.
In me sono intere generazioni di uomini e donne, ci sono santi e assassini, uomini giusti e puttane, preti e cannibali.
Sono il bene, il male, l'amore, il desiderio.

Sono pazza, sono instabile, ma sempre in evoluzione. 
Non sono mai uguale ad un momento prima e non posso fermarmi.
Il mio orologio sono il sole e le stagioni e la mia mappa, le stelle.
Il mio corpo è gestito dalle lunazioni e la mia sostanza si rigenera ad ogni ciclo mestruale.
La mia potenza si accresce ad ogni scossa d'orgasmo ed è illimitata come lo sono le infinità di esistenze e personalità che mi danno vita, tra di voi.
Contengo in me l'universo e per questa ragione lo comprendo e ne gestisco le forze come se l'avessi partorito io.
Sono una Donna, una delle poche rimaste.
Non ho bisogno di un uomo che mi protegga e mi domini, ma di un Dio che mi stia a fianco.

Combattermi è una battaglia persa, evitarmi è pura utopia.
Mi vedrai ogni volta che un limite della tua lineare ragione, ti sorprenderà.
Mi vedrai quando mentirai per proteggere la tua maschera e sceglierai di vivere di colori tenui sognando graffi rosso sangue.
Non puoi dimenticarmi, non puoi sconfiggermi.
Io sono quella che odi perché mi faccio scherno di te riflessa nel tuo specchio, ogni volta che ti lasci fermare da una sconfitta rimanendo così, statua immutata nel continuo fluire della vita.

Tra me e te ben poca differenza, se non nel coraggio di riconoscersi in tutto ciò che accade.
Io sono alla porta che ti separa dalla vita. Non voglio farti del male. 
Solo se la varcherai, potrai comprendermi. 
Solo se vivrai, potrai riconoscermi non più lontana di una sorella, di un amante. Non più lontana di te stesso. 
Apri la porta e superami, non ti curar di passarmi accanto.
La mia presenza è li per augurarti buona fortuna."

("Il canto di Lilith" © Elisa Panzani )

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