Il bardo divino | Poesia | Antonella Iurilli Duhamel | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il bardo divino

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150 anni fa nasceva l’usignolo dell’India , il grande poeta Rabidranath Tagore, il bardo divino che ha donato alla sua terra e a tutta l’umanità una immensa opera poetica. Quando fu sul suo letto di morte un amico che gli  sedeva accanto  disse:
 
"Puoi lasciare questo mondo soddisfatto, hai ottenuto tutto quello che hai voluto. Hai ottenuto il rispetto, hai scritto innumerevoli poemi, e tutto il mondo sa che sei il bardo divino, Nulla , proprio nulla è rimasto incompiuto.”
 
A quel punto Rabindranath Tagore aprì gli occhi e con tristezza rispose al suo amico:
 
“Non dire queste cose, Stavo giusto per dire a Dio che quello che volevo cantare è rimasto non declamato. Quello che volevo esprimere è tutt’ora inespresso. La mia intera vita è stata interamente spesa ad accordare i miei strumenti”.
 
Il momento del suo canto più puro non era ancora arrivato ed era già tempo di andar via. Seimila poemi scritti in onore di Dio e lui sentiva di non essere stato capace di cantare la sua gloria. Era riuscito nonostante la sua grandezza a realizzare la sua infinita piccolezza a differenza degli stolti i quali si considereno immensi.
 
Ogni giorno faccio
galleggiare
le mie barche di
carta a una a una giù per la
corrente del fiume.

Su di esse scrivo
il mio nome e il nome del villaggio
dove vivo in grandi lettere
nere.

Io spero che un
giorno qualcuno in qualche paese
straniero le trovi, e sappia
chi sono.

Carico le mie
barchette con fiori di shiuli, colti
dal nostro giardino,

e spero che quei
fiori del mattino sian portati nel
paese della notte.

Io varo le mie
barchette di carta e osservo nel
cielo le nuvolette che spiegano le
loro bianche vele.

Non so quale mio
compagno di giochi su in cielo le
mandi giù per l’aria a gareggiare con
le mie barchette!

Quando scende la
notte affondo la faccia nelle braccia, e
comincio a sognare

che le mie
barchette di carta galleggiano sotto
le stelle.

In esse viaggian
le fate del sonno, e il carico è
cesti pieni di sogni.


……..

Dammi il supremo
conforto dell'amore, questa è la mia
preghiera.

Il conforto che mi
permetterà di parlare, agire, soffrire
secondo la tua volontà,

e di abbandonare
ogni cosa per non essere lasciato a me
stesso.

Fortificami nei
pericoli, onorami con la tua sofferenza

aiutami a percorrere i cammini difficili del sacrificio quotidiano.

Dammi la suprema confidenza dell'amore, questa è la mia preghiera.

La confidenza nella vita che sfida la morte, che cambia la debolezza in forza,

la sconfitta in vittoria. Innalzami, perché la mia dignità, accettando l'offesa,
disdegni di renderla.
 
 

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