Scritto da © Hjeronimus - Dom, 05/06/2016 - 19:55
È morto il re del Soul. Cassius Clay / Mohammed Alì si è spento ieri l’altro nell’ospedale di Phoenix, in Arizona. Si dirà: ma il Soul è un genere musicale dei neri d’America. Già, ma soul significa anima e quella musica fa decantare l’anima di quella gente, di quel mondo oramai quasi tramontato di cui Clay era l’ambasciatore- di più, ne era il vessillo, il profeta, il redentore.
La musica è quella della boxe e lui era il pianista. Nessuno suonerà più in quel modo …
E il mondo che sta finendo, finisce un po’ di più. L’ultimo eroe delle nostre giovinezze imbevute di pace amore e musica se ne va, guarda un po’, sulle note blues di uno che menava le mani e rappresentava il diritto e la pace. L’ultimo eroe della repentina utopia che si inebriò del nettare di una generazione, brevemente, e se ne volò poi chissà dove, dopata, drogata, alcolizzata, lontano dai nuovi pianeti-vecchi che si stagliavano sull’orizzonte del millennio- la violenza, l’avidità, la sopraffazione.
Come per quelli della generazione precedente, sconfitta da Auschwitz e Hiroshima, rimangono soltanto pochi testimoni. Ma se loro furono sconfitti da un incubo sterminatore che noi avremmo voluto redimere, noi venimmo sconfitti dall’utopia fraterna che avrebbe dovuto esserne l’antidoto.
Niente è “salvato”. Ma almeno abbiamo il rhythm & blues.
La musica è quella della boxe e lui era il pianista. Nessuno suonerà più in quel modo …
E il mondo che sta finendo, finisce un po’ di più. L’ultimo eroe delle nostre giovinezze imbevute di pace amore e musica se ne va, guarda un po’, sulle note blues di uno che menava le mani e rappresentava il diritto e la pace. L’ultimo eroe della repentina utopia che si inebriò del nettare di una generazione, brevemente, e se ne volò poi chissà dove, dopata, drogata, alcolizzata, lontano dai nuovi pianeti-vecchi che si stagliavano sull’orizzonte del millennio- la violenza, l’avidità, la sopraffazione.
Come per quelli della generazione precedente, sconfitta da Auschwitz e Hiroshima, rimangono soltanto pochi testimoni. Ma se loro furono sconfitti da un incubo sterminatore che noi avremmo voluto redimere, noi venimmo sconfitti dall’utopia fraterna che avrebbe dovuto esserne l’antidoto.
Niente è “salvato”. Ma almeno abbiamo il rhythm & blues.
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